Gli ostacoli, se affrontati, sono opportunità di crescita. È ciò di cui i manager si rendono conto ogni giorno della propria vita. Abbiamo parlato, qualche tempo fa sul nostro blog, di cos’è l’Intelligenza Emotiva, teorizzata dallo psicologo Daniel Goleman e ormai caratteristica fondamentale sia nella propria vita personale che in quella professionale come evidenziato anche dal video che condividiamo a seguire dell’Harvard Business Review. I responsabili delle Human Resources da anni infatti, in particolare negli USA, attribuiscono ad essa ormai più valore del Quoziente Intellettivo. Dopo aver parlato di “self awareness”, di seguito proseguiamo quindi ad individuare alcuni elementi che possiamo allenare per sviluppare l’Intelligenza Emotiva.
Come allenare l’Intelligenza Emotiva
Il “World Happiness Report 2017”, recentemente pubblicato dall’ONU, conferma la rilevanza della gestione di sè e delle relazioni per generare benessere nel mondo in cui viviamo. Con Davide Boraso (a seguire il suo intervento) procediamo quindi ora ad un secondo passo verso questa direzione, analizzando principalmente 3 aspetti:
1. Visione. Intendiamo qua la capacità di sapersi orientare per obiettivi e prendere decisioni valutando le diverse alternative e conseguenze, avere capacità di adattamento ed al contempo riuscire a gestire al meglio il proprio work-life balance. Secondo uno studio riportato dal World Economic Forum, l’80% delle Fortune 500 si affida proprio ad un test basato sull’analisi delle caratteristiche personali per facilitare un equilibrio tra le proprie attitudini e gli obiettivi aziendali;
2. Resilienza. Superare gli ostacoli, analizzandoli ed affrontandoli, fa crescere. Un atteggiamento positivo in questo senso può essere considerato prendendo alcuni esempi, ad es. quando Jason Barnes ha perso l’uso della propria mano destra, ha continuato – in maniera pro-attiva – a suonare la batteria superando con la passione le proprie difficoltà. Ora è un Cyborg Drummer (forse l’unico, o quasi!). Altrettanta intelligenza viene mostrata da atleti sportivi come Bebe Vio oppure Alex Zanardi, che sono di ispirazione per altri: «Quando mi sono risvegliato senza gambe ho guardato la metà che era rimasta, non la metà che era andata persa».
3. Ottimismo. La gratitudine dopotutto è la via per la felicità e la visione, così come la resilienza sono strettamente legati a ciò. Essere dinamici ed ottimisti dopotutto, scientificamente, produce endorfine. La gioia può essere infatti ad ogni passo, ce lo ricordano anche parole come quelle dell’imprenditrice Bel Pesce: «The only way to really achieve all your dreams is to full enjoy every steps of your journey».
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Self Management – l’intervento di Davide Boraso
“La gestione di sé si riferisce alla capacità di regolare autonomamente gli stati interni, gli impulsi e le proprie risorse. All’interno del self management si possono individuare diverse caratteristiche:
– Obiettivo: migliorare o raggiungere uno standard di eccellenza nella propria attività;
– Self-Control emotivo: ossia la capacità di mantenere emozioni e impulsi dirompenti sotto controllo;
– Trasparenza: mantenere integrità, agendo coerentemente con i propri valori;
– Adattabilità: flessibilità nella gestione del cambiamento;
– Iniziativa: prontezza nell’agire sulle opportunità;
– Ottimismo: persistenza nel perseguire gli obiettivi, nonostante ostacoli e sconfitte.
Le nostre emozioni sono guidate da impulsi biologici. Questi impulsi vanno al di là del nostro controllo, ma le reazioni risultanti non lo sono. Quando le emozioni sono in esecuzione, certamente non possono essere ignorate, ma possono essere gestite con cura. Ciò viene definito auto-regolazione ed una qualità fondamentale dell’intelligenza emotiva che ci permette di liberarci dal vivere come ostaggi ai nostri impulsi. Ciò che significhi avere una buona autoregolazione emotiva è facilmente individuabile. Una persona che sa come autoregolarsi possiede: un’inclinazione verso la riflessione e il pensiero laterale; accettazione dell’incertezza e del cambiamento; integrità e in particolare, la capacità di dire no a impulsi urgenti.
Risulta evidente sia una competenza fondamentale, tuttavia l’auto-regolazione è una skill abbastanza sottovalutata. Le persone che hanno un grande controllo sulle loro emozioni possono essere percepiti come freddi, lontani o disinteressati. E abbiamo una tendenza a volte, a glorificare il cosiddetto leader archetipo che esplode quando si trova al top. Alcuni persino confondono quell’atteggiamento come effetto collaterale di brillantezza. Ma questi leader sono spesso in uno situazione di svantaggio se sono soliti esplodere in posizione di vertice. È davvero difficile pensare che la tendenza ad esplodere radicalmente possa essere indicatore di una forte leadership. Prendiamo l’esempio di un leader che ha appena visto il suo team realizzare una pessima presentazione al consiglio di amministrazione della società. Dopo la riunione, quel dirigente frustrato, potrebbe voler agire sbattendo una porta o picchiando i pugni sul tavolo. Altrimenti la sua reazione potrebbe essere di mantenere una calma riflessiva e poi lasciare l’ufficio in silenzio. Ma cosa potrebbe accadere se quel leader sa come auto-regolarsi? Se lo fa, pianifica con precisione la sua reazione: riconoscerà una prestazione carente senza passare a giudizi duri. Rifletterà sulle ragioni che stanno dietro il fallimento. Per esempio, potrebbe essere uno sforzo lavorativo non sufficiente? C’era qualcosa che teneva il suo team in una condizione di svantaggio? E quale responsabilità ha per quel fiasco? Dopo una riflessione ragionata, un leader auto-regolato avrebbe portato la squadra insieme, a discutere le conseguenze della presentazione, e avrebbe fornito la sua valutazione oggettiva. Poi offrirà una soluzione ben ragionata.
Perché l’autoregolamentazione è così fondamentale per i manager?
Persone ragionevoli, che mantengono il controllo sulle loro emozioni, sono gli individui che possono sostenere ambienti sicuri e corretti. Date queste caratteristiche, la conflittualità sarà molto bassa e la produttività sarà elevata. Le migliori aziende si appoggiano a questi leader e non sono disposti a lasciarli. L’auto-regolazione ha un effetto diffuso anche sul resto dell’organizzazione. Chi vuole essere visto come un fuoco ardente quando il capo è ammirato per la sua calma e sicurezza? Gli atteggiamenti più positivi al vertice influenzano positivamente il resto di tutta l’organizzazione. La capacità di auto-regolarsi è un bene fortemente competitivo. Sappiamo tutti che il paesaggio dei cambiamenti aziendali è in rapida evoluzione. La tecnologia sta cambiando costantemente; le aziende si dividono e si fondono ogni giorno. A tutti i livelli, i leader che sanno autoregolarsi prosperano su questi cambiamenti. Quando viene annunciato un nuovo sistema di database, ad esempio, un leader autoregolatore si allontana dalla valutazione iniziale, si concentra sui passaggi per l’implementazione e si esegue per esempio.
Infine, è importante sottolineare come l’autoregolamentazione aumenti l’integrità, che non è solo una virtù individuale ma anche un bene incredibile per un’organizzazione. Molti dei disastri che sentiamo nelle aziende sono semplicemente il risultato di un comportamento impulsivo. E la maggior parte dei trasgressori non accetta posizioni con l’intenzione di imbrogliare, compromettere i lavoratori, esagerare i profitti o abusare del proprio potere. Ma se sorge la possibilità di aumentare il guadagno personale o i propri interessi, in coloro che non sanno come autoregolarsi è più possibile cadere in questi meccanismi.
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