Quello che vi sto per raccontare è un aneddoto personale, capitato 15 anni fa, a cui non avevo mai dato troppa importanza, o comunque su cui non avevo mai riflettuto molto. Mi è affiorato alla mente, come un flash, durante una riunione su un progetto legato agli influencer.

 

Che cosa fa di te un influencer?

 

Quali sono le caratteristiche che deve avere? Si può davvero condizionare il comportamento di una persona facendo un post su Facebook, Instagram o su un Blog?
Tutto sta nella psicologia umana. Tutti ascoltiamo consigli e veniamo influenzati dai comportamenti degli altri: il bello di avere una passione è discuterne. Ovviamente prima decidiamo di chi fidarci, in base a tanti criteri come l’onestà, la trasparenza, l’amicizia, l’autorevolezza o, in altri casi, la capacità di leadership.
L’influencer ha capacità riconosciute per talento ed esperienza, per questo è un punto di riferimento. Può esserlo per la scelta di un ristorante, di un vino o di un vestito.

 

“La prima volta che ho incontrato un influencer avevo 12 anni.”

 

Facevo le scuole medie: classe mista, una ventina di studenti. Una compagna aveva un handicap molto grave: incapace di qualsiasi movimento e interazione. Le professoresse, per farci capire l’importanza del senso civico, a inizio anno, avevano messo una semplice regola: ogni studente avrebbe dovuto passare una ricreazione a turno con lei.

 

È brutto da dire, ma quell’imposizione era mal digerita dai più. A 12 anni si è piuttosto impermeabili a concetti nobili come il volontariato. Ancora oggi non me ne faccio una colpa: preferire una corsa e quattro risate con i tuoi amici è decisamente più egoisticamente naturale. Ma è proprio qui che avvenne la svolta: un giorno, a metà anno scolastico, successe una cosa molto importante. La ragazza più bella e cool della classe, forse della scuola, iniziò di sua spontanea volontà a passare la ricreazione con la ragazzina disabile.
La ragione ancora oggi non la conosco: forse un film, forse un discorso dei genitori, forse un libro che aveva letto. Fatto sta che in quel preciso momento cambiò completamente il paradigma di comportamento: la ricreazione passata con la ragazzina non era più un dovere, ma un piacere. Dapprima fu un piccolo gruppo di ragazze a unirsi alla leader. Ma pian piano crebbe fino a coinvolgerle tutte. Parlo di ragazze perché a 12 anni la divisione maschi contro femmine sta terminando, ma è ancora presente.

 

Tornando a noi: quella che fino ad allora era stata una noiosa forzatura civica era diventata un gesto cool. Ed è qui che volevo arrivare: il pragmatismo di un influencer a volte conta più di molti nobili principi.