Digital PR: 5 consigli per organizzare un BlogTour

Fare Digital PR non è una questione di moda, ma una scelta strategica e di valore. Scopri i 5 consigli per organizzare un BlogTour.

Era il 2013. Non sapevo ancora che cosa volessi fare nella mia vita: sì, il mondo della comunicazione mi piaceva un sacco, ma che cosa avrei voluto fare esattamente? Quale figura era più affine alle mie competenze e alle mie caratteristiche personali? Qual era la mia strada? Ho partecipato alla prima edizione del TBDI senza sapere esattamente perché e un signore a uno stand, quando gli ho detto che ero una blogger alle prime armi, mi ha risposto “Beh allora fammi un blog sul mio distretto turistico”.

Che cosa vuol dire “fammi un blog”? Niente e tutto. Credo che proprio che quello sia stato il momento in cui, in maniera più o meno consapevole, ho capito che avrei fatto la Digital PR.

 

1. Influencer: chi è e che cosa fa?

 

Prima di incontrare il cliente interessato ad un’attività di Digital PR, prima di iniziare a pensare alla possibile strategia, prima che insomma state già facendo una lista dei probabili partecipanti ad un progetto, il mio suggerimento è di ricordare a voi stessi e soprattutto al cliente che nel mondo c’è chi fa dell’attività da influencer la propria professione. C’è anche chi lo fa per hobby, chi lo fa per arrotondare, chi per sopperire al proprio ego, ma c’è tantissima gente che vive e riesce “a campare” solamente di questo. Deve essere chiaro che influencer vuol dire il più delle volte professionista e che come tale deve essere rispettato. Viceversa professionista vuol dire professionalità nel lavoro svolto, nelle consegne e in fase di trattativa.

Lasciate ogni speranza o voi che vi affidate al blogger cugino: per ottenere dei risultati veri e non dei numeri a caso, è necessario contattare dei professionisti. Attenzione: ciò non vuol dire necessariamente grandi numeri, ma persone che senza trucchetti e “magagne” hanno costruito intorno al proprio blog una nicchia di follower pronti a seguirli.

Professionisti, dicevamo, non fa rima con “fuffa”: tantissime persone credono che acquistando un “pacco” di follower su Instagram, su Facebook o su Twitter possano incrementare le possibilità di lavorare nel mondo del web. Prima di scegliere una qualsiasi persona date uno sguardo al numero dei follower, alle interazioni e alla tipologia di follower: se dopo aver pubblicato ci sono miliardi di like provenienti da mezza Asia, il vostro amico blogger ha cercato di “vincere facile” senza passare dal via. Con il risultato che l’analisi dei dati va a farsi benedire.

 

2. Chi siete? Da dove venite? Dove andate?

 

Raccontare bene la propria identità è fondamentale nel posizionare la propria attività da Digital PR e Mediakit, pricing e listino sono di fatto imprescindibili per un’attività da blogger a buoni livelli. Sappiate proporvi in maniera adeguata, ma soprattutto sappiate anche vedere la singola collaborazione con un’agenzia come l’inizio di una serie. Pensate, insomma, non sul breve ma sul medio e lungo periodo. Per questo acquistare follower e/o interazioni non serve a niente: esistono tantissimi strumenti, come ad es. Social Blade, utili a smascherare i “furbetti” del web. Cercate nuove soluzioni, nuovi modi di comunicare, ma soprattutto siate unici nel vostro stile. Sono queste le cose che valgono realmente, più di miliardi di follower.

 

3. Digital PR: sai come proporti?

 

Non è un mistero che io, Antonietta Marrazzo, abbia un alter ego blogger, meglio noto come Friariella. Per cui, al di là, del mio lavoro “da scrivania”, ho il mio lavoro “da tastiera”. Partecipo ad eventi, scrivo post sponsorizzati e vengo invitata a BlogTour. Ecco, è questo il punto: vengo invitata, ma non sempre nella maniera migliore.

Qualche settimana fa, la persona X mi scrive un messaggio sulla chat di Facebook “Ciao! Sto organizzando un BlogTour dal giorno 2 al giorno 4 a Località Y. Tu vieni?”. Riflettiamo un attimo insieme: “il medium è il messaggio” diceva McLuhan e se ti proponi con un messaggio su Messenger di Facebook, parti già con un tipo di relazione più amicale che professionale e se lo si fa verso chi non si conosce, ciò può non risultare il metodo migliore. Piuttosto puoi iniziare a proporti con una prima e-mail formale in cui indicherai per grandi linee il progetto. Inoltre, l’unica cosa che viene chiesta nel messaggio in questo caso è la disponibilità: non viene indicato l’obiettivo del progetto, né la richiesta di mediakit, né il compenso. Insomma si sta chiedendo di venire a “scroccare” un viaggio?

 

4. Quale ritorno del BlogTour?

 

L’investimento economico, in termini di organizzazione dell’evento, deve essere massimizzata in termini di possibile ritorno. Per far questo serve un’impostazione strategica atta a coinvolgere i vari canali esistenti della realtà che prepara il BlogTour, valutando l’apertura di altre attività. A tal proposito potrei farvi decine di altri esempi di iniziative intraprese senza un’impostazione atta a misurare i risultati finali, a scapito dell’investimento effettuato inizialmente. Per sviluppare in maniera positiva attività come un BlogTour infatti non è sufficiente la partecipazione di blogger, ma servono anche conoscenze più in generale di storytelling, di event management, di project management ma anche, appunto, di digital analysis.

 

5. Digital PR: non sempre è necessario.

 

Affidare parte della propria strategia marketing alle Digital PR non sempre è necessario. Ci sono aziende che possono investire su altro. Fare Digital PR non è una questione di moda (“lo fanno tutti, perché non lo facciamo anche noi?”), ma una scelta strategica e di valore. Piuttosto che lanciarsi nel copiare azioni concepite da top brand del settore, iniziate a pensare in piccolo. Un esempio: non ha molto senso contattare il top blogger del mondo fashion per l’inaugurazione della vostra panetteria. In quel caso, sarà piuttosto più utile creare interesse attraverso dell’attività di Facebook Advertising geolocalizzata. Infine, ma non meno importante: ricordatevi sempre che la qualità si paga. Per fare “esplodere” i vostri canali attraverso un’attività di Digital PR è necessario investire tanto e bene. I blogger amici, i cugini dei cugini del blogger o l’influencer neonato con “secchiate” di follower falsi facilmente non vi daranno i risultati sperati ma solamente tanta aria fritta. I “numeri” si costruiscono con il tempo e con i giusti investimenti. Non abbiate paura di affidarvi ai professionisti del settore (piuttosto abbiate timore del contrario!): come detto all’inizio, ci sono persone che di lavoro, serio e retribuito, fanno proprio questo e che hanno tutto l’interesse a continuare con questa carriera.

Sappiate che non contano i like del momento ma pensare che questo investimento, deve portare risultati nel breve, nel medio e nel lungo periodo. Se il vostro prodotto da promuovere è una destinazione turistica non ha granchè senso invitare un noto Instagrammer che posta e scatta una solo foto, ma piuttosto magari un Travel Blogger che, tra articolo del blog e rilancio sui social, avrà maggior riscontro di quanto voi possiate pensare. La SEO “non dimentica”, i social un po’ di più: gli articoli si possono diffondere meglio con i social, ma rimangono nel web nel tempo grazie al posizionamento sui motori di ricerca.

Questi sono i miei primi 5 consigli sul tema Digital PR, ma non scappate: prossimamente ve ne proporrò altri!

Staff BTREES

Staff BTREES

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