Digital Disruption: intervista a Christian Zegna

Il digitale è ormai una parte consistente della vita di ognuno di noi, lo portiamo in tasca e possiamo stringere tra le mani il suo illimitato potere di connessione. Ha cambiato la quotidianità, ridefinito i tempi e ridotto, se non a volte eliminato, i limiti spaziali. Per la sua capacità di raggiungere praticamente tutti, il web è guardato sempre di più con grande attenzione delle aziende. Ora si parla di Digital Disruption come della Terza Rivoluzione Industriale in corso, Deloitte Australia ha pubblicato una splendida spiegazione a proposito.

 

Su questo tema abbiamo fatto alcune domande al nostro Admin and Change Trainer Christian Zegna perché nel nostro team si occupa di far conoscere alle aziende la spinta innovativa del digitale.

 

Buongiorno Christian! Partiamo dal termine “Digital Disruption”: ci riassumi il significato?

 

Significa cambiamento. È ciò che l’innovazione digitale sta portando nel mercato e negli stessi modelli di business. Tutti coloro che hanno un’attività non possono più ignorare questo cambiamento e devono fare i conti con il web, le sue logiche e con il fatto che ormai gli acquisti avvengono sempre di più online e il business si sta spostando sul web.

 

Cosa è cambiato quindi negli ultimi 10 anni nel mondo della comunicazione e cosa avverrà nei prossimi 10 anni, secondo te?

 

Di fatto in questo ultimo decennio è cambiato tutto, non tanto in termini di contenuti, il cambiamento riguarda gli strumenti. Prima la pubblicità si limitava ai giornali cartacei e alla tv, canali che raggiungevano il pubblico in maniera indistinta. Ora il prodotto trova il suo cliente perché il web ha un potere che prima non esisteva: la possibilità di scegliere l’audience in modo più preciso e su più canali.
Nei prossimi 10 anni assisteremo a uno strapotere delle immagini, già ora il lato visual domina.

 

La comunicazione diventerà sempre più precisa e ci sarà un’automatizzazione del lavoro, nel senso che sulle attività di gestione all’uomo subentreranno i robot. L’individuo avrà un ruolo diverso, quello di analizzare i dati e creare strategie. Potrebbe anche essere che Facebook prenda il sopravvento su Internet per quanto riguarda l’e-commerce e che si arriverà ad acquistare direttamente all’interno del social senza mai uscirne.

 

Può oggi, un’azienda fare a meno del digitale?

 

Perché dovrebbe? Perché un’azienda dovrebbe scegliere di non sfruttarne le possibilità? Significherebbe rinunciare a raccontarsi sui social media, con un sito web, una newsletter…

 

Passiamo alla Sharing Economy: ci dai un’introduzione e puoi farci un esempio di come sta cambiando il mondo?

 

Si tratta di un modello economico che si basa su un insieme di pratiche di scambio e condivisione che può riguardare beni materiali, ma anche servizi e conoscenze. Il rapporto non è più tra produttore e consumatore, ma tra due consumatori che diventano “pro-sumer” in quanto sono anche potenziali produttori. Come BlaBlaCar, ad esempio: una piattaforma che mette in contatto più persone che viaggiano in auto per scambiarsi passaggi verso un qualsiasi luogo. La sharing economy allora, è condividere situazioni del quotidiano come dormire (vedi AirBnb), mangiare (vedi Gnammo), viaggiare con sconosciuti (vedi, appunto, BlaBlaCar). Un ottimo esempio è proprio Gnammo: la più grande community d’Italia (e probabilmente d’Europa e del mondo con queste caratteristiche) dedicata agli appassionati di food, ne fanno parte più di 200.000 persone. La piattaforma fa incontrare i cook (chi cucina) con gli gnammer (coloro che diventano ospiti di chi organizza pranzi e/o cene a casa propria) favorendo la diffusione della buona cucina e della convivialità. Si tratta in sintesi di un’esperienza di social eating che permette di aprire le porte della propria casa, organizzando una cena e invitando degli sconosciuti. Oppure di prenotare un posto a tavola scegliendo tra gli eventi proposti dagli altri membri della community.

 

Puoi farci 3 o 4 esempi di aziende e startup digitali che, secondo te, stanno cambiando la nostra vita?

 

La prima che mi viene in mente è Netflix: il suo impatto è stato notevole e positivo per tutti gli appassionati di contenuti cinematografici di buona qualità. Il suo valore viene dal fatto che si tratta di una piattaforma stabile, che funziona benissimo e ha contenuti senza pubblicità. Una realtà meno nota, ma geniale, è “Le cicogne”, la quale permette ad ogni famiglia di trovare la baby sitter ideale alla quale affidare il proprio figlio in tutta sicurezza. Altri esempi interessanti sono Just Eat (food delivery) e tutte le piattaforme di crowdfunding come Kickstarter o IndieGogo perché sono la realizzazione di una volontà che viene dal basso e permettono a coloro che hanno una buona idea, ma poche finanze, di poterla realizzare grazie al sostegno di una community.

Staff BTREES

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