Essere imprenditori al tempo dei social media è entusiasmante, ma al contempo impegnativo. Le opportunità si creano e si trovano, ma ciò avviene se si è “sul pezzo”. Durante le settimane scorse abbiamo parlato di vision, di mindfulness, di digital disruption e di molto altro. Ora eccoci ad introdurre la tematica del “team”. Perché l’intraprendenza offre i suoi migliori frutti quando è condivisa. Un proverbio africano dice: “Se si sogna da soli, è solo un sogno. Se si sogna insieme, è la realtà che comincia”.
Tra le migliori occasioni di racconto positivo di costruzione del team, lo sport è sicuramente una fonte inesauribile. Ci viene in mente la frase illuminante del genio cestistico Michael Jordan che può servire da ispirazione: “Talent wins games, but teamwork and intelligence wins championships”. Il concetto di squadra è applicabile anche in ambito lavorativo, abbiamo quindi chiesto al nostro Admin and Change Trainer Christian Zegna di condividere il suo pensiero sul tema.
Buongiorno Christian, quali sono secondo te le caratteristiche di un team di successo?
Per prima cosa i ruoli devono essere definiti e l’attribuzione deve avvenire sulla base delle competenze e non sulla base di prese di posizione. Questa definizione deve essere rispettata, nel senso che il team deve essere costituito da persone che si stimano, hanno fiducia e sono in grado di riconoscere il valore del lavoro altrui.
All’interno del team devono essere presenti figure di leardeship dinamiche (oggi si parla di anche di “leadership diffusa”), riconosciute proprio sulla base delle competenze. Nel nostro caso ad esempio: per la creatività i punti di riferimento sono Davide Paganotti e Anna Baglione, mentre per quanto riguarda la strategia di Advertising è Davide Palermo. Poi, oltre alla stima, come in qualsiasi livello della società, è indispensabile che esistano delle regole condivise e rispettate.
Cosa consiglieresti ai ragazzi che si presentano a un colloquio e vogliono entrare in un team consolidato?
Credo sia importante “sapersi vendere bene”, ossia saper mettere in evidenza le proprie competenze che possono diventare punto di forza anche per le aziende. La cosa che mi colpisce maggiormente è la concretezza, sono i fatti e i risultati. Allo stesso tempo, è fondamentale essere onesti e non proporsi per qualcosa che non si è in grado di fare. Oggi le competenze richieste sono sempre più verticali, specifiche e non ci si può proporre come esperti in qualcosa che non si conosce realmente a fondo.
Come team manager, quali consigli daresti a una startup?
Prima di tutto, vale il mantra “parlare di meno e lavorare di più”. Consiglio tanta umiltà e spirito di sacrificio. Sono fondamentali e devono sempre essere presenti.
Secondo punto: cercare tantissimo il contatto e l’incontro con persone dell’imprenditoria capaci e che abbiano voglia e tempo di condividere la loro esperienza, per imparare e assorbire atteggiamenti, approcci, modi di fare…
Terzo punto: uscire dalle logiche economiche e dimostrare con progetti realizzati e case history quanto si sa fare perché in questo modo si troveranno sicuramente dei clienti interessati, che saranno convinti del valore mostrato.
Quanto può incidere la forza di un team compatto in aziende con centinaia di dipendenti?
Secondo me il benessere delle persone che lavorano nell’azienda è fondamentale. Le persone devono avere delle condizioni di lavoro soddisfacenti, devono sentirsi a proprio agio. Un team composto da persone unite è un grande valore aggiunto per qualsiasi azienda.
Come attrarre oggi nuovi talenti nella propria impresa?
Noi riceviamo tanti CV e questo ci fa molto piacere. Ma per attrarre talenti, bisogna: cercarli e poi valorizzarli, lasciandoli liberi di esprimersi senza imbrigliarne la creatività. Chi coordina un team deve essere capace di incanalare in maniera positiva e costruttiva le inclinazioni delle persone che ne fanno parte. Per questo è importante essere flessibili e modificarsi anche in base ai loro talenti, esigenze e aspirazioni. È difficilissimo, ma fondamentale.